venerdì 9 novembre 2007

SALARI ITALIANI


Gli stipendi nel nostro Paese sono colpiti dal cuneo fiscale e dall'incidenza dell'inflazioneVantaggi per la competitività. Nello studio, esclusa la pubblica amministrazione
Eurispes, l'Italia maglia nera dei salariLa busta paga cresce meno che nella Ue.


Crescono poco i salari in Italia e comunque molto meno degli altri paesi europei. Se in Gran Bretagna la busta paga dal 2000 al 2005 è cresciuta del 27,8%, in Italia la crescita è stata solo del 13,7% (la media europea è del 18%). Solo la Germania e la Svezia, paesi dove comunque i livelli retributivi sono mediamente superiori rispetto all'Italia, segnalano un crescita inferiore. Lo rileva uno studio dell'Eurispes che prende in considerazione i lavoratori dell'industria e servizi esclusa la pubblica amministrazione. Se si guarda poi al potere di acquisto dei salari, emerge che l'Italia è davanti solo al Portogallo. Ha pesato, secondo l'istituto, l'inflazione che di fatto "ha prosciugato i salari". Sotto il profilo della competitività, invece, il basso costo del lavoro risulta "un vantaggio perché la modesta dinamica salariale - evidenzia l'Eurispes - se confrontata con quella dei nostri partner europei, ci assicura un discreto vantaggio in termini di costi". In Italia il costo medio in euro per ora di lavoro è inferiore a quello di tutti paesi europei ad eccezione della Spagna, della Grecia e del Portogallo.
La posizione del nostro Paese non cambia all'interno della classifica europea, se passiamo a considerare il livello dei salari lordi (l'Italia è al quartultimo posto). Il cosiddetto cuneo fiscale è molto diverso da paese a paese e va dal 51% della Germania per un lavoratore senza famiglia a carico al 22,3% del lavoratore con moglie e due figli a carico in Irlanda, che è il paese con il minor peso del cuneo fiscale comunque lo si calcoli. Per quanto riguarda ancora il cuneo fiscale l'Eurisopes fa notare come la posizione del lavoratore italiano peggiori ancora nel caso in cui la classifica prende in esame il reddito annuo netto: in questo caso l'Italia con 16.242 euro è penultima nel 2006 fra tutti i paesi europei, perché solo i portoghesi con 13.136 euro si accontentano di retribuzioni inferiori alle nostre. Si nota anche che negli ultimi tre anni la posizione del Paese è peggiorata: nel 2004 e nel 2005 le retribuzioni nette erano superiori a quelle greche e appena inferiori a quelle spagnole: solo nel 2006 vi è stato il sorpasso della Grecia. "In questa classifica l'Italia - evidenzia Eurispes - non si trova più agli ultimi posti: balza al quarto posto, preceduta solo dal Belgio, dalla Svezia e dalla Germania" e dunque il cuneo fiscale "appare particolarmente gravoso nel nostro Paese". Il nostro cuneo fiscale già nel 2004 pesava infatti per oltre il 45% (45,8% ad essere precisi) per un lavoratore senza familiari a carico e per il 36,6% per un lavoratore con moglie e due figli a carico. Per quanto riguarda invece gli stipendi e i carichi di famiglia l'Italia, nell'ambito della imposizione sul lavoro, "attua una moderata politica familiare. Infatti il cuneo - calcola l'Eurispes - è del 9% inferiore per il lavoratore con tre persone a carico, rispetto a quello senza carichi familiari". L'inflazione - conclude lo studio - ha infine giocato un ruolo non trascurabile nel deprimere i salari dei nostri lavoratori in termini di potere d'acquisto: essa infatti negli ultimi quattro anni ha avuto "un andamento decisamente superiore alla crescita dei salari lordi calcolati in euro riducendo ulteriormente il valore reale dei salari netti in termini di potere d'acquisto".

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma caro Zeppelin, cosa vuoi che importi ai nostri cari governanti che comprano banche, vorrebbero far sposare gay e transessuali, hanno rimesso in libertà migliaia di detenuti di una cosa trascurabile come l'inflazione degli stipendi? Hanno altro da fare. Avevano messo nel loro programma la cancellazione della legge Biagi....non hanno nemmeno affrontato il problema. E delle due una...o è una legge che cosi brutta non è, oppure se ne strafregano del loro elettorato.....scegline tu una di queste ipotesi...io ho rinunciato da tempo a sforzarmi di capire cosa hanno in testa. Destino333

Anonimo ha detto...

X destino333, fare delle riforme serie, vuol dire impegno ,vuol dire avere critiche, vuol dire metterci la faccia,questo non gli va bene perdono voti, da parte di quelli che tu hai citato ma ancghe centri sociali,ma rendiamo conto che in parlamento abbiamo gente come il Vladimiro nazionale che ha pianto perche' gli hanno proibito di fare il testimone allo sposalizio della cugina,abbiamo il no-global ma autentico benestante Caruso,tutta gente che sarebbe meglio, abbiamo gente che dice (CESA segretario UDC in difesa dell'on MELE)che per un deputato o un senatore alle volte e difficile arrivare alla fine del mese, con 16.000 euro di stipendio fai fatica ad arrivare alla fine del mese?TI chiedi anche cosa hanno in testa , da come ragionano non e' difficile hanno il vuoto assoluto.
Massimo Repossi